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Immagine del redattoreCamilla Barbacci

Suicidio e stress da lavoro correlato

I rischi psicosociali e lo stress lavoro-correlato rappresentano una delle sfide principali con cui è necessario confrontarsi nel campo della salute e della sicurezza sul lavoro.

Secondo i dati riportati dalla recente indagine dell’European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions, il 6% dei lavoratori europei riferisce di aver subito un’esperienza di violenza, di tipo fisico o psicologico, sul posto di lavoro negli ultimi 12 mesi. Soprattutto, questa ricerca, ha evidenziato che la violenza psicologica è più frequente di quella fisica e che i settori più colpiti sono quello sanitario, sociale e dell’amministrazione pubblica.

Un altro sondaggio europeo di opinioni effettuato dall’EU.OSHA rivela che circa la metà dei lavoratori ritiene che il problema dello stress correlato con il lavoro sia comune. Tra le cause più frequenti di stress figurano la riorganizzazione del lavoro oppure l’insicurezza, le lunghe ore lavorative oppure l’eccessivo carico nonché perfino le molestie e la violenza.

Un approccio preventivo, olistico e sistematico alla gestione dei rischi psicosociali è ritenuto essere il più efficace. C’è una necessità di sensibilizzazione e di reperire semplici strumenti pratici che agevolino il trattamento dello stress correlato al lavoro, la violenza e molestie. Gestire lo stress non è solo un imperativo morale e un buon investimento per i datori di lavoro, bensì anche un dovere giuridico stabilito dalla direttiva quadro 89/391/CEE e ribadito dagli accordi quadro tra le parti sociali sullo stress lavoro-correlato e sulle molestie e la violenza sul luogo di lavoro. Inoltre, il patto europeo per la salute e il benessere mentale riconosce il mutamento delle esigenze e le crescenti pressioni nei luoghi di lavoro e incoraggia i datori di lavoro ad applicare ulteriori misure volontarie per promuovere il benessere mentale.


Più comunemente, gli interventi per prevenire e gestire lo stress sono spesso classificati in uno dei tre livelli di intervento: primario, secondario e terziario.

Gli interventi di livello primario, comunemente indicati anche come interventi “a livello organizzativo” o come “prevenzione dello stress”, riguardano l'adozione di azioni per modificare o eliminare le fonti di stress (es. rischi psicosociali) inerenti al luogo di lavoro e ambiente di lavoro, riducendo così il loro impatto negativo sull'individuo o riducendone l'esposizione.


Gli interventi di livello secondario, invece, riguardano il rilevamento e la gestione dello stress vissuto e il miglioramento della capacità dei lavoratori di gestire in modo più efficace condizioni di stress con l obiettivo di aumentare la loro consapevolezza, conoscenza, abilità e risorse per far fronte (Sutherland & Cartwright, 2000); queste strategie sono quindi dirette a gruppi "a rischio" all'interno del luogo di lavoro. Riassumento: il ruolo della prevenzione secondaria è essenzialmente quello della limitazione del danno, affrontando spesso le conseguenze piuttosto che le fonti di stress che possono essere insite nella struttura o nella cultura dell'organizzazione.





Gli interventi di livello terziario sono stati descritti come strategie reattive (cioè entrano in azione dopo che si è verificato il fatto) in quanto sono visti come un approccio curativo alla gestione dello stress per le persone che soffrono di problemi di salute stress collelati. Questo approccio mira a ridurre al minimo gli effetti dei problemi legati allo stress una volta che si sono verificati attraverso la gestione e il trattamento dei sintomi di malattie o malattie professionali.


In conclusione lo stress è stato ampiamente riconosciuto come uno dei problemi di salute legati al lavoro più problematici. Le teorie contemporanee sono state utilizzate per informare la definizione di stress correlato al lavoro e guidare lo sviluppo degli interventi sul posto di lavoro. Vi è un crescente consenso sul fatto che lo stress sia definito da un'interazione dinamica tra l'individuo e il suo ambiente, e sia spesso dedotto dall'esistenza di un adattamento problematico persona-ambiente e dalle reazioni emotive che sono alla base di tali interazioni. Gli interventi per la gestione e la prevenzione dello stress lavoro correlato sono stati tradizionalmente rivolti al lavoratore o al luogo di lavoro. Tuttavia, vengono promossi interventi sempre più multi-modello che cercano sia di prevenire che di gestire le cause e le conseguenze dello stress. La gestione dello stress sul posto di lavoro ha evidenti vantaggi per l'individuo, l'organizzazione e la società in generale. Anche perché la mancanza di intervento può portare ad arrivare a gesti estremi e irrimediabili come il suicidio.


Bibliografia:

EU-OSHA - European Agency for Safety and Health at Work, E-guide to managing stress and psychosocial risks. Available at: [14]

EU-OSHA - European Agency for Safety and Health at Work, Psychosocial risks in Europe: Prevalence and strategies for prevention, 2014. Available at: [15]

EU-OSHA - European Agency for Safety and Health at Work, Management of psychosocial risks in European workplaces: evidence from the Second European Survey of Enterprises on New and Emerging Risks (ESENER-2), 2018. Available at: [16]

Cox, T., & Griffiths, A., ‘The nature and measurement of work-related stress: theory and Practice’, In: J.R. Wilson & N. Corlett (Eds.), Evaluation of Human Work (3rd ed.), CRS Press, London, 2005.



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