La separazione dei genitori, per quanto considerata uno degli eventi di vita più stressanti, ad oggi non evidenza la nascita per sé di psicopatologie nei soggetti che si trovano a viverla, ma è stato altrettanto dimostrato, quanto e come sia importante il supporto psicologico. In primis perché quest’ evento porta ad un cambiamento nella maggior parte dei casi doloroso e come tale produce svariati effetti e conseguenze. Numerosi studi dimostrano infatti come, all’interno di alcuni nuclei familiari, l’evento, se supportato sia psicologicamente che giuridicamente, riesca, addirittura, a portare effetti benefici su ogni individuo del nucleo familiare.
Nei primi momenti della separazione i sintomi più tipici che si manifestano sono di tipo “regressivo” (soprattutto nella fascia dai 3 ai 10 anni) come difficoltà del sonno (addormentamento, risvegli notturni, incubi ricorrenti) difficoltà al momento dei pasti, rabbia e sentimenti negativi nei confronti delle figure genitoriali, rifiuto di compiere eventi giornalieri tipici (compiti scolastici, sport…).
Nei ragazzi adolescenti, invece, i sintomi che compaiono sono più legati ad atteggiamenti di ribellione o provocazione. La maggior parte delle volte, cercano di superare il trauma della separazione con la trasgressione di regole imposte in precedenza e l’inizio di comportamenti nuovi inadeguati.
Come citato precedentemente, la separazione può essere catalogata come un evento prevalentemente doloroso e per questo motivo, paragonabile alle fasi di elaborazione del lutto. Come quest’ultimo la prima fase di negazione o rifiuto. Soprattutto nei bambini piccoli, non riuscendo ad accettare l’idea di “perdere” uno dei due genitori, possono presentarsi atteggiamenti di isolamento, evitamento del dialogo con i genitori e comportamenti atipici come se non stesse accadendo niente.
La seconda fase, quella della rabbia si può rivolgere non solo uno o entrambi i genitori ma nei confronti di tutte le persone con cui i soggetti hanno rapporti sociali. Aumentino i capricci e le lamentele riguardo a piccoli fatti o accadimenti di ogni giorno.
La fase della negoziazione, che si presenta subito dopo il superamento della rabbia, si dirama nella ricerca di un cambiamento comportamentale nei confronti dei genitori, con lo scopo di creare un avvicinamento tra quest’ultimi. La mancanza del raggiungimento di questo obiettivo, da parte dei figli, viene vissuto come una sconfitta e quindi è importante supportarli visto che la fase di depressione è la conseguenza diretta di ciò. Questa fase si manifesta con pianto e tristezza alternati. L’ultima fase, quella dell’accettazione, arriva quasi per tutti i bambini con l’ acquisizione dell’equilibrio psichico che si era momentaneamente perso. I bambini cominciano ad abituarsi e a plasmarsi nella nuova situazione familiare e i sentimenti prevalenti sono quelli di conferma e di accoglimento affettivo. In alcuni casi anziché ripristinarsi un nuovo equilibrio, possono emergere disturbi psicologici a cui, nel tempo, i soggetti coinvolti non sono riusciti a porre rimedio.
Numerose ricerche riportano una stretta correlazione tra conflitto tra genitori (uniti o separati) e malessere psicologico dei figli. Esse mettono in luce che, quando i genitori sono in conflitto, i figli spesso hanno problemi emotivi e comportamentali. E’ bene sottolineare che il fatto che i genitori siano insieme o separati ha poca influenza sul loro benessere psicologico. Sembrerebbe quindi che “separarsi bene”, rimanendo in armonia in un clima di collaborazione, escluda la possibilità di intoppi nella evoluzione psicologica dei figli.
Che si rimanga insieme o meno, l’importante è instaurare e riuscire a mantenere delle relazioni sane ed empatiche. È l’esposizione dei bambini a conflitti, litigi, dispetti a causare i problemi, non la separazione in senso tale. Proprio per questo motivo, il supporto psicologico deve lavorare di pari passo con le varie tappe dal punto di vista giuridico. Ogni fase ha bisogno di una specifica analisi e di uno specifico supporto per analizzare, valutare e superare gli eventuali problemi che possono nascere.
Vi lascio di seguito alcuni consigli utili e cosa fare e non fare in caso di separazione genitoriale:
Dire sempre la verità, mettere il dialogo e la comunicazione al primo posto! Spiegate nel miglior modo possibile ai vostri figli cosa sta succedendo e mi raccomando fatelo sempre INSIEME e nel momento in cui la decisione è DEFINITIVA.
Sottolineate che i figli non sono la causa della separazione e che non ne hanno minimamente responsabilità!
Donate affetto e comprensione! Rassicurateli sulle loro paure e sul fatto che i vostri sentimenti nei loro confronti non subiranno nessun cambiamento, come i relativi ruoli genitoriali. Accogliete le loro emozioni e fate il più possibile da contenitore.
Non sfruttate la figura dei figli per fare da tramite o da alleato nei confronti dell’altro genitore! L’unica figura utile e giusta che faccia da tramite è quella dell’avvocato.
Evitate discussioni, diverbi e dibattiti di fronte ai vostri figli. Cercate di tutelarli il più possibile.
Non cambiate in maniera radicale le abitudini dei figli, nei limiti del possibile. In riferimento alla scuola, tempo libero, salute…
Bibliografia:
Nardone G. (2019) Aiutare i genitori ad aiutare i figli”, Ponte alle Grazie, Firenze, 2019
Ammaniti M. (2018) Adolescenti senza tempo, Raffaelle Cortina Editore, Milano, 2018
Badaracco J.G. (2000) Psicoanalisi multifamiliare. Gli altri in noi e la scoperta di noi stessi, Bollati Boringheri, Torino, 2014
Pancheri L.,Paparo F. (2000) Empatia nel lavoro psicoterapeutico, Self Rivista di Psicoanalisi
contemporanea Psicologia del Sé e Psicoanalisi Relazionale, 2:112 - 152
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